La Fontana del Duca


Il caso della cosiddetta “Fontana del Duca” che è ubicata appena fuori Viterbo, lungo una strada secondaria che unisce la strada Cimina a Vitorchiano.

Si tratta di una fonte che rimane accanto ad un’area di sosta, sotto la quale si apre una vasta boscaglia che si estende fino a raggiungere i piedi dei monti Cimini.

Legata a questa fontana c’è una storia che sa di leggenda.
Si narra che, tanto tempo fa, una bellissima fanciulla abbia rifiutato le proposte matrimoniali di un nobile e potente signore della zona che, non avendo accettato di buon grado il diniego della ragazza, la fece rapire per poi abbandonarla senza viveri in mezzo alla fittissima vegetazione.
Le sarebbe stato stato concesso di portare con sè solamente un flauto al quale era molto legata.

La ragazza, alla fine, sarebbe morta di freddo e di stenti in quel bosco.

Da allora si dice che, di tanto in tanto, ancora sia possibile sentire le note di quel flauto riecheggiare nella vallata, scivolando tra le chiome degli alberi.

E quando il vento è particolarmente favorevole la musica sembra giungere chiara e distinta fino alla strada che costeggia la macchia.

Negli anni ’80 questa storia tornò in auge.
In quegli anni furono molte le persone che, transitando con l’auto davanti alla Fontana del Duca, giuravano di aver sentito suonare un flauto.
Particolarmente inquietante fu la testimonianza di quattro amici che raccogliemmo intorno alla metà degli anni ’80.

Conoscevano a mala pena quella storia e, una sera, avevano deciso di sfidare le loro paure parcheggiando l’auto proprio nell’area di sosta accanto alla fontana.
Scesero dall’auto e si misero in ascolto. Inizialmente non accadde assolutamente nulla, tanto è vero che presto cominciarono a parlare delle loro cose e si dimenticarono della storia che li aveva trascinati là.

Tutto ad un tratto, uno di loro fece segno agli altri di fare silenzio, gli era parso di aver sentito qualcosa.
Nell’oscurità della notte ora si sentiva solamente il rumore cadenzato dell’acqua che continuava a zampillare dalla fonte. Improvvisamente, spinta da un soffio di vento più forte, giunse alle orecchie incredule di quei ragazzi una lontana ma distinta melodia… sembrava proprio quella di un flauto. I quattro, sempre in silenzio, si guardarono negli occhi.
Rimasero quasi di ghiaccio, immobili, concentrati al massimo nel tentativo di capire cosa avessero mai effettivamente sentito. Pochi attimi dopo, un’altra sequenza di note li raggiunse di nuovo. La musica, stavolta decisamente più vicina, sembrava proprio provenire dal bosco.
Uno di loro si lanciò in macchina ed inserì immediatamente la chiave dell’accensione, pronto per partire. Gli altri tre rimasero là fuori, commentando a bassa voce e mostrando segni di evidente disagio e paura.
L’acqua della fontana tornò ad essere l’unica ad emettere suoni. Ma pochi attimi più tardi quelle note, che sembravano proprio quelle di un flauto, ripresero prepotenti la scena, apparentemente ancora più vicine di prima. Stavolta i tre scattarono in macchina contemporaneamente e fuggirono terrorizzati.

Gli anni sono passati, e le persone che dicono di aver sentito il misterioso flauto sono aumentate.

E in una fredda notte di fine ottobre del 2008 lo abbiamo nitidamente sentito anche noi.
Non era certamente la prima volta che ci fermavamo là nella speranza di sentire qualcosa. Eppure non avevamo mai avuto la fortuna di essere testimoni dei fatti. Quella notte, invece, le note misteriose arrivarono a noi chiare e distinte. Sembrava davvero una melodia suonata con grande maestria.
C’era molto vento quella sera. Ci venne facile pensare a una relazione stretta tra il fenomeno e il vento.

Tornammo sul posto il giorno dopo e, con il favore della luce, cominciammo a esplorare l’area per un raggio di qualche centinaio di metri.
Notammo la presenza di numerose aziende e fabbriche. Veniva forse da una di queste il bizzarro sibilo simile al suono di un flauto?
Segnammo minuziosamente la loro posizione e aspettammo che si presentassero nuovamente le condizioni meteorologiche adatte.

Una sera con tanto vento tornammo alla Fontana del Duca. Dopo pochi minuti di ascolto, udimmo chiaramente il suono. Restammo un po’ a studiare la possibile direzione. Alla fine partimmo verso quello che doveva essere il sito di provenienza della “musica”.
Dopo qualche tornante fummo davanti a un’azienda e una volta là fu chiaro che il suono proveniva dall’interno di quella proprietà.
Ma cosa modulava il vento in quel modo, così da renderlo simile a una melodia?

Parlammo con alcuni operai che quella sera erano di turno.
Ci spiegarono che quell’azienda produceva e vendeva articoli igienico-sanitari in acciaio porcellanato e che il rumore che sentivamo era provocato da alcuni carrelli metallici sospesi in aria che a causa del vento ondeggiavano.

L’azienda in questione esiste e opera sin dagli anni ’60 e dunque è più che ragionevole che gli episodi raccontati a partire dagli anni ’80 fossero causati sin da allora dal mix carrelli più vento. In ogni caso, se la leggenda ha qualche reale fondamento noi non possiamo saperlo. E’ però certo che il flauto sentito da noi è ricollegabile alla fabbrica e ai suoi carrelli.

Ecco un esempio di presunto fenomeno paranormale che, a seguito di accurate indagini, diviene un fenomeno assolutamente convenzionale che non ha nulla di misterioso. Per fortuna nelle nostre ricerche non è sempre così e spesso il mistero più lo si investiga e studia e più si infittisce, divenendo sempre più affascinante e intrigante.

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